Camorra, maxi-blitz Ros: 59 arresti, anche fratelli senatore Cesaro

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Dalle prime ore di oggi, i Carabinieri del Ros stanno eseguendo una misura cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura Distrettuale, a carico di 59 indagati accusati di numerosi reati, tra i quali associazione mafiosa, concorso esterno, corruzione elettorale, estorsione e turbata libertà degli incanti. L’operazione colpisce i clan ‘Puca’, ‘Verde’ e ‘Ranucci’ operanti a Sant’Antimo (Napoli) e comuni limitrofi, mostrando una fitta rete di cointeressenze sia in ambito politico sia imprenditoriale. Contestualmente è in fase di notifica anche un sequestro di beni per un valore di oltre 80 milioni di euro.

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Anche Antimo, Aniello e Raffaele Cesaro, fratelli del senatore di Forza Italia Luigi Cesaro, figurano tra i destinatari dell’ordinanza eseguita dai Carabinieri. Aniello e Raffaele Cesaro, già coinvolti in un’altra inchiesta su presunti contatti con il clan Polverino, sono destinatari della misura degli arresti domiciliari, mentre per Antimo Cesaro è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Il venir meno di “pregressi accordi” tra i fratelli Cesaro e il clan camorristico Puca sarebbe alla base dell’attentato dinamitardo avvenuto il 7 giugno 2014 contro il centro polidiagnostico Igea di Sant’Antimo (Napoli), i cui formali titolari sono proprio i fratelli del senatore di Forza Italia Luigi Cesaro. Il 10 ottobre 2015 inoltre esponenti del clan Puca avrebbero inoltre esploso 5 colpi di pistola all’indirizzo dell’auto di Aniello Cesaro, in sosta in un autolavaggio. Su questi episodi ha fatto luce l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia.

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Il gip di Napoli non si è invece pronunciato, riservandosi di prendere una decisione, in merito alla posizione del senatore di Forza Italia Luigi Cesaro, indagato nell’ambito dell’inchiesta. La Dda di Napoli aveva contemplato per Luigi Cesaro la misura della custodia cautelare in carcere. Il gip si è riservato di prendere una decisione “all’esito dell’eventuale autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni, ritenute rilevanti, secondo la procedura che verrà attivata da questo ufficio”

Figurano anche due marescialli dei Carabinieri, già effettivi alla tenenza di Sant’Antimo, tra i destinatari dell’ordinanza. Le indagini hanno consentito di raccogliere indizi su illeciti rapporti tra i due marescialli e alcuni indagati. Il gip ha disposto per un militare, già sospeso dal servizio all’esito di un’altra recente indagine, la misura della custodia in carcere, e per l’altro, ora in servizio fuori provincia, la misura dell’interdizione dal pubblico ufficio. Il primo risponde dei reati di rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento, mentre il secondo del reato di favoreggiamento, aggravati dall’aver agevolato le attività illecite dei clan Puca e Verde. (Adnkronos)

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